Il 24 agosto un terremoto devastante,ha colpito diversi comuni del centro Italia.
Le parole pronunciate dal sindaco di Amatrice nelle immediatezze: “il paese non esiste più”, ci hanno colpito molto e non solo per la carica di dolore che si portano dietro ma per quello che davvero significano.
All’Aquila nel 2009 ci sono andata di persona a dare una mano, oggi non posso ed essendo una foodblogger non ho potuto non aderire all’inziativa che ha invaso la rete. Offrire un patto di pasta, l’amatriciana, in cambio di una piccola donazione.
Simbolicamente sarà il nostro piatto offerto ad Amatrice, per aiutarla nel nostro piccolo in questo momento di dolore.
Nel mio caso ho scelto di affiancarmi al Consorzio Di Promozione e Tutela della Pasta di Gragnano IGP, che ha già messo a disposizione delle popolazioni colpite dal sisma del 24/8 la pasta che servirà per la somministrazione nei campi che si attrezzeranno per la città di Amatrice sia per i volontari che per la popolazione civile senza tetto.
Ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa e potreste fare come me, invitare i vostri amici a questo evento: ripeto, non sono necessarie grandi cifre: in tanti, anche con poco, si puo’ fare la differenza.
l’hashtag è #unpiattoperamatrice
Inoltre sul mio canale youtube c’è un bellissimo VIDEO della nostra serata e questa è la storia del buonissimo piatto di amatriciana offerto:
1) i “bucatini alla matriciana” non esistono. ANATEMA a chi osa evocare siffatta fantasmatica entita’
2) esistono, questi si’, gli “spaghetti all’amatriciana”, derivazione al pomodoro della “gricia”, piatto tipico dei pastori abruzzesi e dell’alto Lazio
3) a Roma viene chiamata “spaghetti all’amatriciana” una preparazione spesso buona, talvolta ottima, che con la vera amatriciana non ha nulla a che vedere
4) resta impregiudicato, per gli spaghetti all’amatriciana come per qualsivoglia altra preparazione, l’inalienabile diritto di ognuno di apportare tutte le variazioni immaginabili. Ma, per favore, non chiamateli piu’ spaghetti all’amatriciana. Fatto questo lungo, forse tedioso ma indispensabile preambolo, vengo alla ricetta, cosi’ come praticata nei due templi principali di Amatrice, il ristorante dell’albergo Roma e la trattoria “Da Santino al lago”, nonch=E9 codificata nelle pubblicazioni del Comune di Amatrice (su= cui cartello all’ingresso del paese si legge, sotto il nome della citta’, la scritta “la citta’ degli spaghetti – 995 metri slm”.
Le dosi si intendono per 4 persone di robusto appetito.
PREPARAZIONE
In una padella di ferro appena unta d’olio si soffrigge il guanciale tagliato a listarelle insieme a un pezzetto di peperoncino.
Quando il grasso e’ diventato trasparente si aggiunge il vino bianco e si lascia evaporare.
Il guanciale va ritirato dal fuoco quando e’ diventato croccante. Si scola e si tiene da parte su un piatto al caldo (altrimenti si indurisce).
Il peperoncino si butta.
Nella stessa padella si mettono a cuocere brevemente i pomodori spellati e senza semi.
Dopo qualche minuto si aggiunge una manciata di pecorino grattugiato e si lascia addensare.
Nel frattempo si saranno messi a cuocere gli spaghetti.
Quando gli spaghetti sono quasi pronti, si versa il guanciale nel sugo di pomodoro.
Scolati gli spaghetti, si mettono in una zuppiera, gli si versa sopra il sugo, si macina un po’ di pepe nero e si unisce abbondante pecorino grattugiato. Mescolare e servire subito.
Buon appetito!
No Comments